Questo Marx è diverso, sembra quasi un contemporaneo
Il titolo è Karl Marx il sottotitolo precisa Biografia intellettuale e politica. 1857-1883 (Einaudi, pagine 329 + XI, Euro 30).
Dunque, è un Marx già quarantenne (era nato nel 1818) che Marcello Musto, l’autore, racconta in questo saggio (Einaudi). Musto, che insegna Sociologia alla York University di Toronto (Canada), presenta un Marx notevolmente diverso rispetto all’abituale, un Marx si potrebbe dire che appartiene ai nostri giorni, e perfino un po’ al futuro, rispetto a quel passato finito nel 1989 sotto le macerie del Muro di Berlino che avevano un po’ travolto anche lui. Operazione resa possibile anche grazie alla pubblicazione di circa duecento quaderni d’appunti del filosofo che ampliano notevolmente il quadro dei suoi interessi e dell’evoluzione del suo pensiero. Scopo di Musto è individuare il pensiero marxiano autentico separandolo da quello marxista-leninista delle scuole di partito in Unione Sovietica e altrove; soprattutto dalle degenerazioni di quel regime che si diceva a lui ispirato, pudicamente chiamato “socialismo reale” per dissimulare che si trattava in sostanza di uno Stato di polizia. Risulta sorprendente, per esempio, scoprire un Marx “liberaleggiante”: «Il comunismo venne da lui definito – leggiamo – come un’associazione di liberi esseri umani che lavorano con mezzi di produzione comuni». Un Marx che, recatosi ad Algeri per curare i polmoni, critica il colonialismo sia come ideologia sia per i suoi effetti: «Egli attaccò con sdegno i violenti soprusi dei colonizzatori francesi; si schierò contro la spudorata arroganza di vendicarsi come Moloch di fronte ad ogni atto di ribellione della popolazione locale». Critico del capitalismo, com’è noto, Marx non mancò tuttavia di riconoscerne la potenza emancipatrice anche grazie all’impiego di nuove tecnologie. Può risultare sorprendente, date le non sempre esemplari vicissitudini familiari, leggere queste righe su un altro argomento fondamentale: «Sul tema della condizione delle donne all’interno della famiglia Marx prestò grande attenzione alle considerazioni sviluppate da Morgan sulla parità dei sessi». Lewis Morgan (antropologo americano) aveva scritto il saggio La società antica (1877) del quale il filosofo di Treviri, tale il suo interesse, arrivò a redigere un compendio di cento pagine. Morgan aveva osservato tra l’altro che le società antiche erano ben più progredite nei comportamenti verso le donne. La sua diletta e sacrificata moglie “Jenny” von Westphalen sarebbe stata d’accordo.
Marcello
Musto