Con sempre maggiore frequenza, durante gli ultimi anni, reti televisive, giornali ed emittenti radiofoniche promuovono concorsi-sondaggi tra i propri ascoltatori e lettori al fine di conoscere le loro preferenze circa le più grandi personalità della storia. Puntualmente, tra lo stupore di molti, sorpresa di questi concorsi si rivela un pensatore tanto apparentemente fuori moda quanto invece ancora rilevante: Karl Marx.
L’episodio più recente di queste competizioni viene dall’Inghilterra. Nel corso di questi mesi, infatti, il programma del canale radiofonico della Bbc 4 “In Our Time” ha organizzato un sondaggio via internet che ambisce, in base alle preferenze che saranno espresse, a designare il più grande filosofo di tutti i tempi. Dopo una prima fase di voto, conclusasi il 6 di giugno, è stata compilata la lista dei venti filosofi più votati. Le posizioni della classifica avrebbero dovute rimanere segrete per non alterare la seconda fase, quella che permette di scegliere il preferito tra i soli venti più votati. Tuttavia, il direttore del programma ha deciso di rendere note le stime parziali. Ironia della storia, in cima ad essa si trova l’autore de Il capitale. Questa notizia, che ha appassionato ancora di più gli inglesi alla competizione e che ha fatto il giro del mondo, ha letteralmente scatenato le reazioni di commentatori, accademici e dell’intero mondo politico anglosassone. Si sono susseguite, così, le più svariate argomentazioni che, pur se rilasciate con la massima serietà, non mancano di apparire divertenti quando non surreali. Diversi i toni utilizzati. Ce n’è per tutti i gusti. Puerile: «lo votano perché è un vecchio con la barba bianca ed è così che la gente si immagina un filosofo»; altezzoso: «è votato da radical chic sempre più separati dalla realtà»; pedante: «in un suo libro ci sono delle citazioni sbagliate»; bigotto: «parlava tanto di comunismo, ma si comportò male con la sua cameriera»; drammatico: «è colpa sua se l’umanità nello scorso secolo ha vissuto senza libertà e tra le guerre»; biblico: «aveva una visione del mondo diabolica ed era pervaso da una malvagità altrettanto diabolica. Talvolta sembrava consapevole del fatto di star compiendo l’opera del demonio»; arrogante: «era solo un giornalista che sapeva di economia, non dovrebbe neppure partecipare alla gara».
La presa di posizione più inattesa è venuta dall’Economist, sulle cui pagine è comparso un intervento dal titolo “Uno spettro s’aggira per la Bbc”. Più che di un articolo, si tratta di un vero e proprio appello al voto per fermare Marx e la sua nuova pericolosa avanzata. Ai propri lettori, infatti, il quotidiano di Londra ha richiesto una sorta di “voto utile”. Poiché John Locke ed Adam Smith, naturali riferimenti della testata, sono stati esclusi dalla top twenty e considerato che John Stuart Mill si trova tra le ultime posizioni di questa, non resta che fare la scelta più saggia: concentrare tutti i voti su David Hume, attualmente terzo in classifica. E così, sul sito internet del giornale, si può leggere l’invito che, singolarmente, compare da diversi giorni tra le principali notizie: “Help Hume beat Marx”.
Per un pensatore consegnato unanimemente e definitivamente all’oblio, il tutto è senz’altro molto lusinghevole. Spiace soltanto che il celebre quotidiano britannico abbia avuto una caduta di stile e, tra le argomentazioni volte a spiegare l’incredulità delle circostanze, paventi addirittura l’ipotesi di brogli ed intromissioni nel meccanismo di voto telematico (ubiquità di uno “spettro”!). Comunque vadano le cose, bisogna constatare che a distanza di oltre centocinquant’anni dal Manifesto del partito comunista, Marx è ancora capace di turbare l’aplomb del liberalismo inglese. In realtà, l’anonimo editorialista dell’Economist, se non in cattiva fede, è poco informato. Già nel 1999, infatti, un analogo sondaggio tra gli inglesi aveva affidato a Marx il titolo di maggiore pensatore del millennio. Lo scorso anno, in Germania, la televisione di stato tedesca Zdf aveva promosso il concorso Wer sind die grossten Duetschen? (Chi sono i più grandi tedeschi?). Anche in quel caso Marx fu la rivelazione della competizione. Con oltre 500.000 voti arrivò terzo dietro Adenauer e Lutero – ma primo in tutti i Lande dell’ex Ddr ed in quelli di Berlino, Brema ed Amburgo – e, soprattutto, al primo posto nella categoria attualità. Anche in Italia, infine, la recente iniziativa dell’Istituto e Museo di storia della scienza di Firenze, Premio Nobel alla memoria, aveva proclamato, nella disciplina “Economia”, la vittoria di Marx.
Insomma, qualsiasi sia il campo ed a dispetto del passar degli anni, Karl Marx pare avviato a destare ulteriore interesse ed i suoi decenni di studio, volti a tentare di comprendere il mondo per poterlo trasformare, vedono sorgere nuove aspettative. Gli studiosi della sua opera, troppo poco conosciuta e spesso scambiata con quella degli epigoni, sostengono addirittura che la sua eredità teorica appartenga al futuro. Chissà. Certo la causa dell’emancipazione umana saprà ancora servirsi di lui.
Le preoccupazioni dei commentatori inglesi, invece, sembrano avverare l’«anatema» di Marx che promise che la borghesia avrebbe avuto buoni motivi per ricordare i favi che lo tormentavano durante la scrittura de Il capitale.
Le votazioni sono aperte a tutti e chi volesse prendervi parte può farlo, fino alla conclusione del concorso fissata per i primi di luglio, sul sito:
http://www.bbc.co.uk/radio4/history/inourtime/greatest_philosopher_vote_6to10.shtml
Mobilitarsi è sempre piacevole. Ma in questa circostanza facciamolo senza troppa apprensione. Per una volta godiamoci lo spettacolo dei tanti liberali in affanno ad inseguire Marx. La rinascita del loro spirito militante è una delle tante ed inaspettate virtù del Moro di Treviri.
Marcello
Musto