“Come è attuale il Marx politico”
1) Come si rilegge e cosa si rilegge del pensiero di Marx nel 2019?
Marx non va riletto né con l’economicismo dogmatico di molti marxismi novecenteschi, né come fanno i liberali, i quali si sforzano di raffigurarlo come un classico che non avrebbe nulla da offrire al presente. Andrebbe riletto alla Marx, ovvero criticamente.
Negli ultimi anni sta emergendo una nuova – e per molti versi sorprendente – esplorazione del Marx politico. Si rileggono le sue riflessioni su tematiche, a torto, raramente accostate al suo pensiero che rivestono cruciale importanza nell’agenda politica contemporanea. Tra queste vi sono ecologia, migrazione e nazionalismo.
2) La nuova classe operaia oggi è il fattorino di Amazon o il rider di Deliveroo. Cosa ha in comune e in cosa si differenza dall’operaio che aveva come riferimento Karl Marx?
La fabbrica fordista associata al proletariato delle grandi fabbriche, che militava nei partiti della sinistra, si è diffusa dopo la scomparsa di Marx. Le difficoltà che egli incontrò nell’organizzare i lavoratori precari e non qualificati, al tempo della Prima Internazionale, nel 1864, sono molto più contigue di quanto in genere si ritiene a quelle delle organizzazioni politiche e sindacali contemporanee. Ovviamente, quella dei nostri giorni è una società molto complessa ed è necessaria una nuova riflessione su cosa sia il proletariato oggi. Quella prodotta da Marx nell’Ottocento non è più sufficiente.
3) Quale è a suo avviso la radice dell’avanzata delle destre in diversi paesi dell’Europa?
Esistono delle motivazioni economiche dovute alla disoccupazione, alle privatizzazioni e allo smantellamento del welfare state che hanno contraddistinto il decennio di crisi sociale cominciato nel 2008. Poi vi sono le enormi responsabilità politiche delle forze progressiste che hanno abdicato al loro ruolo, rinunciando alla costruzione di alternative, nel mutato contesto della globalizzazione capitalista. Dagli anni Novanta, esse si sono limitate a proporre blandi palliativi al neoliberismo, con il quale sono state, poi, di fatto identificate. Nell’Europa dell’Est va aggiunto il rifiuto verso il socialismo, dovuto al ricordo dei regimi oppressivi sorti proprio in nome di Marx.
4) Se Marx fosse vissuto oggi sarebbe stato favorevole alla Brexit?
Cerco sempre di evitare di dire cosa “avrebbe detto o scritto Marx”. Più che concentrarsi sugli esiti dei referendum, forse egli avrebbe criticato i processi di fondo che li precedono. Marx avrebbe attaccato ferocemente la natura anti-sociale dell’Unione Europea, la minaccia del debito pubblico sui suoi Stati membri e le politiche di austerità. Si sarebbe scagliato contro l’idea – oggi divenuta dogma – che l’economia è un ambito separato e immodificabile e avrebbe svelato il volto di un capitalismo in grave crisi di consenso e, al fine, incompatibile con la democrazia.
5) In un lavoro che è scarso e parcellizzato, si può ancora immaginare un fronte comune per la “classe operaia”?
La solidarietà di classe è tanto più indispensabile in un contesto come quello presente. Fu Marx stesso a mettere in risalto quanto la contrapposizione tra i proletari autoctoni e quelli stranieri – oltretutto discriminati – fosse un elemento essenziale del dominio economico e politico delle classi dominanti. Vanno di certo reinventate nuove modalità di conflitto e di organizzazione politica e sindacale, ma senza un fronte comune degli sfruttati si profila un orizzonte di guerra tra poveri e competizione sfrenata tra gli individui.
Marcello
Musto