A 200 anni dalla nascita di Karl Marx, il 5 maggio 1818, torna alla ribalta l’attualità del suo pensiero, che guardava proprio al futuro, e ci si interroga sul valore e sul destino dei suoi testi, a partire dal Manifesto scritto con Engels che si conclude con l’appello: «Proletari di tutti i Paesi, unitevi!».
Tra i tanti libri usciti, o che stanno arrivando in libreria, per l’anniversario è proprio la nuova e ricca edizione de ‘Il
Manifesto Comunistà, pubblicato da Ponte alle Grazie, a porre interrogativi su che cosa è in grado di dirci oggi questo testo che viene anche criticato e rivalutato come «strumento politico futuro». E colpisce per l’originalità il libro di Marcello Musto su “L’ultimo Marx” proposto da Donzelli che dello studioso italiano – a cui è stato affidato in Canada il centro di Studi marxiani, considerato un’autorità mondiale in questo campo – pubblicherà, a fine estate 2018, l’antologia “Karl Marx, scritti sull’alienazione”. E sempre a cura di Musto arriverà in libreria in autunno per Einaudi una monografia su Marx che l’autore considera molto più attuale di quanto si voglia pensare e credere.
A cura del gruppo di ricercatori e militanti italiani C17, con una nuova traduzione, saggi e contributi di alcuni fra i più conosciuti pensatori di ispirazione marxista, femminista e postcoloniale tra i quali Toni Negri, Etienne Balibar, Slavoj Zizek e Veronica Gago, “Il Manifesto Comunista” viene proposto qui, e forse per la prima volta in Italia, con il titolo dell’edizione del 1872, mentre quando uscì, a Londra nel 1848, si chiamava “Il Manifesto del Partito Comunista” che Laterza ripropone in edizione economica.
«Abbiamo fatto una lettura collettiva del Manifesto da settembre a gennaio scorso» spiega l’editor Vincenzo Ostuni. La sua attualità sta innanzitutto, aggiunge, «in quel bisogno di giustizia sociale ed eguaglianza, non nel senso di andare tutti in giro con la Trabant, ma di avere tutti uguale opportunità di sviluppare i propri talenti. È la spinta fondamentale che rende il manifesto così potente, universale. Come spiega il rapporto Oxfam la ricchezza in dollari accumulata dai miliardari in dodici mesi è 7 volte superiore alle risorse che servirebbero
per far uscire dallo stato di povertà estrema milioni di persone». Gli squilibri che abbiamo raggiunto «sono mostruosi: oggi in Italia un bambino su dieci è sotto la soglia di povertà assoluta» dice Ostuni. «Dal ’91 in poi nelle democrazie occidentali, chi più chi meno, sono state smantellate le conquiste – reddito, sanità, pensioni – del capitale fatte durante il trentennio glorioso dal 1945 al 1975».
“L’ultimo Marx” di Musto racconta invece una zona poco esplorata della biografia dell’autore de “Il Capitale”, uscito 150 anni fa. Ci porta nel periodo dal 1881 al 1883, quando Marx era molto malato, aveva gravi problemi respiratori, sua moglie era morta, e i medici gli consigliarono di andare al Sud: prima in Costa Azzurra, dove invece il caldo peggiorò le sue condizioni e poi in Algeria, ma nonostante l’indebolimento
fisico continuò a scrivere sui suoi taccuini. «Lo sbocco africano – spiega l’editore Carmine Donzelli – lo porta a fare riflessioni sulle disuguaglianze territoriali che sono interessanti e innovative rispetto alla sua precedente
elaborazione teorica». Nell’antologia di scritti sull’alienazione, di prossima uscita, Musto ripercorre invece il
nucleo teorico essenziale, dal giovane al vecchio Marx, su questo tema. «In Italia abbiamo una più flebile percezione dell’importanza del pensiero di Marx di quanto non avvenga nel mondo anglosassone che gli dedica più studi. C’è bisogno ancora di Marx che non è una sorta di aggeggio da mettere in bacheca, è
un contributo vivo» dice Donzelli.
E c’è anche il romanzo umoristico di Marx “Scorpione e felice” (Elliot) e, in arrivo a fine maggio, «E Marx tacque nel giardino di Darwin’ (Neri Pozza) con cui esordisce nella narrativa Ilona Jerger, ex editor in chef del magazine tedesco Nature. «Dopo aver trovato una notizia sul fatto che Marx aveva spedito una copia con dedica de ‘Il Capitalè a Darwin, ha immaginato un incontro tra i due grandi pensatori dell’Ottocento» spiega la editor di Neri Pozza, Sabine Schultz.
Marcello
Musto