Marx, la critica preveggente

Professor musto, partiamo dall’attualità di marx. perchè recuperare il suo pensiero, e soprattutto: di cosa parliamo quando ci rivolgiamo ancora alle sue opere per capire il presente, di un fantasma che ci inquieta, di una presenza ingombrante, di un tesoro da disseppellire.

Del ritorno a Marx per la sua attenta e preveggente analisi del modo di produzione capitalistico si è parlato molto, in seguito all’ultima crisi del capitalismo scoppiata nel 2008. É stato soprattutto per questa ragione che, in Nord America e in molti paesi europei, sono riapparsi corsi universitari e conferenze internazionali a lui dedicati o che i suoi testi sono rispuntati sugli scaffali delle librerie. Lo scenario politico, seguito all’implosione dell’Unione Sovietica, aveva precedentemente contribuito a liberare la figura di Marx dal simbolo di baluardo dell’apparato statale, affibbiatogli dai bolscevichi russi.

Anche la ricerca sulla sua opera, abbandonata dopo il 1989, è ripresa in modo significativo, producendo, talvolta, risultati rilevanti ed innovativi. In Germania, ad esempio, negli ultimi anni, sono stati pubblicati diversi manoscritti marxiani precedentemente inediti. Queste nuove acquisizioni testuali hanno contribuito a modificare il profilo di Marx, a renderlo più nitido e veritiero. Tutt’altro che eurocentrico, economicista e assorbito dal solo conflitto di classe – come è stato spesso, erroneamente, raffigurato.

Mettere in luce questo Marx, e mostrarne le significative differenze rispetto a tanti critici che non lo hanno mai letto o a diversi presunti seguaci, è stato l’obiettivo che ha animato il mio lavoro più recente, L’ultimo Marx 1881-1883 (Donzelli 2016), nel quale ho affrontato uno dei periodi meno esplorati della sua biografia intellettuale.

 

Cosa recuperare del suo pensiero?

Ritengo che il recupero del pensiero politico di Marx – non soltanto la sua critica del capitalismo, dunque – sia di enorme importanza. É vero che egli dichiarò che tra i suoi interessi non vi fu mai quello di “prescrivere ricette per l’osteria dell’avvenire”, ovvero di enunciare dogmaticamente un sistema socialista. Tuttavia, esistono sue numerose e rilevanti considerazioni in proposito. Esse sono rintracciabili in tre ambiti: 1) nelle critiche alle idee ritenute teoricamente sbagliate, o politicamente fuorvianti, dei socialisti a lui contemporanei; 2) negli scritti dettati dalla necessità di fornire, alle organizzazioni della classe proletaria del suo tempo, indicazioni piu concrete sul profilo della società per la quale esse stavano lottando; e 3) in Il capitale e nei suoi numerosi manoscritti preparatori. Furono proprio le osservazioni critiche sul capitalismo, infatti, a generare le migliori riflessioni sulla società comunista.

Un attento studio delle considerazioni sul socialismo, presenti negli interventi menzionati, permette di distinguere la concezione di Marx da quelle dei regimi che, nel XX secolo, dichiarando di agire in suo nome, perpetrarono, invece, numerosi crimini ed efferatezze. In tal modo, è possibile ricollocare il progetto politico marxiano nell’orizzonte che gli spetta: la lotta per l’emancipazione di quella che Saint Simon definì “la classe più povera e laboriosa”.

Le osservazioni di Marx sul comunismo non vanno considerate come un modello al quale attenersi, né, tantomeno, quali le soluzioni che Marx avrebbe pensato di applicare, indifferentemente, in luoghi e tempi diversi. Tuttavia, esse costituiscono un cospicuo e preziosissimo tesoro teorico ancora utile per la sinistra, soprattutto se si considera l’assenza di serie analisi su cosa e perché non ha funzionato dei socialismi del XX secolo.

 

Marxismo e totalitarismo. Si gioca qui, forse, lo snodo che rende il pensiero di marx ancora per molti impopolare e “sorpassato”?

Credo che occorra distinguere con attenzione tra Marx e alcuni “marxismi”. Al primo non è imputabile alcuna contiguità con il totalitarismo. Se si leggono gli scritti di Marx si scoprirà il valore fondamentale che aveva, nella sua teoria, quello che egli definì in Il capitale il “principio fondamentale” del comunismo: il “pieno e libero sviluppo di ogni individuo”. Questo è Marx. É il pensatore dell’autogoverno della comunità, di un’associazione di donne e uomini che convivono, liberamente uniti, in società. Si tratta di un aspetto essenziale della sua concezione, che va riscattato al più presto dalla sinistra. Fin quando la bandiera della “libertà” rimarrà surrettiziamente nelle mani delle destre, le forze progressiste resteranno inchiodate alle sconfitte del passato.

Oltre Marx, vorrei dire che anche quando si parla del marxismo novecentesco, sarebbe errato assimilare questa imponente e variegata esperienza politica – come purtroppo è accaduto nel panorama culturale italiano degli ultimi 25 anni – con le pagine più buie del “socialismo reale”. Per caso Antonio Gramsci, Rosa Luxemburg o Walter Benjamin, per citare solo alcuni nomi, possono essere accusati di simpatie dittatoriali? In realtà sono stati rivoluzionari e pensatori che hanno combattuto il totalitarismo. Quante altre tradizioni politiche possono vantare figure di eguale prestigio?

 

è d’accordo sul fatto che, proprio sull’onda di macherey, marx sia attualissimo perchè svela che la “produttività” del soggetto non consiste solo nei rapporti di lavoro dentro la fabbrica ma in una più allargata economia delle forze, che lo vuole flessibile, colonizzato nei tempi di vita, assoggettato, orientato da norme che non distingue più come tali?

Si e sono diversi gli autori che sostengono che nei nostri giorni l’analisi di Marx sia addirittura più attuale che al suo tempo. Quando egli lavorava a Il capitale, il modo di produzione borghese era sviluppato in Inghilterra e in pochi altri centri industriali, mentre oggi è un vero sistema mondo, che si estende dalla Patagonia alla Cina. Inoltre, esso invade e condiziona, in senso negativo, tutti gli aspetti dell’esistenza umana, non solo le ore durante le quali era una volta confinata l’attività lavorativa. Infine, attraverso la sua voracità, sta rapidamente distruggendo l’ambiente (altro tema ampiamente trattato da Marx) e mettendo a rischio il pianeta. Il ritorno a Marx significa anche la necessità di interrogare il maggiore esponente del pensiero socialista sulle alternative di sistema alla società nella quale viviamo.

 

La “rivoluzione permanente” del capitalismo è la grande scoperta di marx. Chi è oggi il garante dell’emancipazione?

Utilizzando Marx, direi che vi è un unico vero garante dell’emancipazione: la partecipazione diretta delle masse. Non è, infatti, un caso che uno dei punti principali da lui inseriti negli statuti della Prima Internazionale reciti che “l’emancipazione della classe operaia deve essere opera dei lavoratori stessi”. La storia ha mostrato che leader carismatici e politburo, che pretendono di agire in nome del popolo, si sono quasi sempre dimostrati scorciatoie molto pericolose.

Published in:

L'Unità

Pub date:

16 September 2016

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