Massimo Mammonesi, Critica Marxista

Review of Marx revival. Concetti essenziali e nuove letture

Marx, il catalogo è questo

 

 

Profondo conoscitore dell’opera e della vita di Marx, Marcello Musto ha raccolto in questo volume, Marx revival.

Concetti essenziali e nuove letture Roma, Donzelli, 2019, pp. 470), una serie di contributi sui ventuno concetti “essenziali” che costituiscono, a suo avviso, l’ossatura del pensiero del filosofo di Treviri, e che sono sviluppati rispettivamente da studiosi dello spessore di Krätke, Meiksins Wood, Van der Linden, Calm icos, Löwy, Antunes, Postone, Bellamy Foster, K. Anderson, Mezzadra, Jessop, Achcar, Garo e Wallerstein, per citare solo i più rinomati.

Il titolo sancisce il ritorno dell’influenza del pensiero di Marx dopo l’alluvione liberista e conservatrice, il cui inizio il curatore associa alla crisi del 2008, ma che resta comunque una tendenza in fieri e un programma da puntellare ed estendere, anche grazie a libri come questo. In effetti, è lodevole e riuscito il tentativo di uscire dagli schemi accademici più ristretti per situare le coordinate di una costellazione concettuale come primo passo per sistematizzare, in forma accessibile, la logica e la composizione del pensiero di Marx, cercando di metterne in risalto la validità senza rinunciare al rigore filologico che si impone, alla luce dello stato degli studi recenti, a nuove letture volte a collegarne la storicità alla sua attualità. Questi criteri vengono rispettati dagli autori, ognuno con accenti propri, e l’opera nel suo insieme presenta un panorama concettuale ampio e profondo che intreccia passato e presente, letture canoniche e nuove interpretazioni, rigore filologico e apertura teorica. Si tratta senza dubbio di un esercizio fecondo e controcorrente, considerando che il ritorno a Marx è spesso stato rinchiuso negli angusti corridoi dei campus universitari, ripiegato sulla storia del pensiero, frammentato in campi disciplinari che ne hanno diluito l’ambizione alla comprensione della totalità e la portata politica, della filosofia della prassi che contiene e che propone.

All’interno di questo apprezzamento generale, mi permetto di aggiungere tre considerazioni critiche, con intento costruttivo, sempre nell’ottica di un progetto di riscatto del marxismo necessariamente vasto, collettivo e prolungato in cui questo volume si inserisce, con merito, a pieno titolo.

La prima riguarda la sequenza attraverso la quale sono presentati, e quindi ordinati, i concetti. I primi due contrappongono opportunamente capitalismo e comunismo, ma sorprende che il terzo riguardi la questione della democrazia — pur ben problematizzata de Ellen Meiksins Wood — precedendo le nozioni di proletariato, lotta di classe, organizzazione politica (ovvero partito), rivoluzione e lavoro (quest’ultima poteva senz’altro essere collocata prima). In questo blocco, che poteva anche essere separato giacché costituisce il nucleo del pensiero marxiano, doveva inserirsi la nozione di Stato, che invece compare molto dopo nel mezzo di una serie die questioni, indubbiamente importanti ma di second’ordine, su temporalità del capitale, ecologia, uguaglianza di genere, nazionalismo (che poteva comparire dopo quella di Stato), migrazioni, colonialismo, globalizzazione (che forse andava posto prima degli ultimi due), guerre e relazioni internazionali, religione, educazione, arte, tecnologia e scienza (che poteva seguire quella di temporalità del capitale). En passant, va segnalato che traspare in questa ampia selezione di tematiche l’intenzione di mostrare un Marx meno conosciuto, le cui intuizioni, dubbi e aperture analitiche, messe in evidenza da nuovi studi alla luce delle problematiche emergenti del nostro tempo, ne esaltano l’attualità e lo collocano al di fuori delle tradizioni marxiste più ortodosse, dogmatiche e meccanicistiche del XX secolo.

In secondo luogo, pur riconoscendo che la selezione delle categorie essenziali del pensiero di Marx è compito arduo, tre assenze importanti saltano agli occhi e meritano di essere segnalate. Innanzitutto, quella del concetto di ideologia che, oltre ad essere uno dei concetti marxisti più densi e diffusi, è tuttora uno strumento teorico fondamentale di straordinaria efficacia analitica, racchiusa nella ampiamente dibattuta tensione tra la nozione di ideologia come distorsione volta a garantire il potere delle classi dominanti e quella di ideologia come concezione del mondo, costitutiva dell’autonomia delle classi che cercano di fuoriuscire dalla subalternità. Un’altra assenza problematica è quella del concetto di borghesia, ovvero la caratterizzazione e comprensione delle classi dominanti. Così come quella della nozione di crisi, le cui accezioni connettono la dimensione strutturale delle contraddizioni del capitalismo con la sfera politica e culturale, offrendo una complessa e articolata chiave di lettura la cui attualità è ovvia in quanto attorno a questo concetto continuiamo ad arrovellarci.

In fine, la maggior lacuna è riscontrabile forse alla fine del libro, laddove il saggio di Immanuel Wallerstein titolato ambiziosamente Marxismi non entra in sintonia con il resto dei capitoli, poiché traccia in forma estremamente sintetica diversi momenti e luoghi del marxismo attraverso un approccio macrostorico che naufraga in una panoramica semplificata dell’influenza politica dei marxismi dominanti senza soppesarne realmente la trascendenza teorica, tralasciando i marxismi critici ed eterodossi — di cui almeno si poteva abbozzare l’inventario — e conclude con alcune annotazioni superficiali sulla rivitalizzazione in corso. Viene a mancare quindi, come coronamento di un libro di grande valore, una riflessione finale sulla densità e la portata analitica dei marxismi del XX secolo, che serva da premessa per pensare il Marx revival a partire dalla connessione tra storicità e attualità, calibrando la portata teorica dei concetti, valorizzando le mediazioni che i diversi marxismi hanno escogitato per far transitare nel tempo il pensiero di Marx, aggiornandolo e rendendolo operativo e operante.

Marx, il catalogo è questo

 

Profondo conoscitore dell’opera e della vita di Marx, Marcello Musto ha raccolto in questo volume, Marx revival.

Concetti essenziali e nuove letture Roma, Donzelli, 2019, pp. 470), una serie di contributi sui ventuno concetti “essenziali” che costituiscono, a suo avviso, l’ossatura del pensiero del filosofo di Treviri, e che sono sviluppati rispettivamente da studiosi dello spessore di Krätke, Meiksins Wood, Van der Linden, Calm icos, Löwy, Antunes, Postone, Bellamy Foster, K. Anderson, Mezzadra, Jessop, Achcar, Garo e Wallerstein, per citare solo i più rinomati.

Il titolo sancisce il ritorno dell’influenza del pensiero di Marx dopo l’alluvione liberista e conservatrice, il cui inizio il curatore associa alla crisi del 2008, ma che resta comunque una tendenza in fieri e un programma da puntellare ed estendere, anche grazie a libri come questo. In effetti, è lodevole e riuscito il tentativo di uscire dagli schemi accademici più ristretti per situare le coordinate di una costellazione concettuale come primo passo per sistematizzare, in forma accessibile, la logica e la composizione del pensiero di Marx, cercando di metterne in risalto la validità senza rinunciare al rigore filologico che si impone, alla luce dello stato degli studi recenti, a nuove letture volte a collegarne la storicità alla sua attualità. Questi criteri vengono rispettati dagli autori, ognuno con accenti propri, e l’opera nel suo insieme presenta un panorama concettuale ampio e profondo che intreccia passato e presente, letture canoniche e nuove interpretazioni, rigore filologico e apertura teorica. Si tratta senza dubbio di un esercizio fecondo e controcorrente, considerando che il ritorno a Marx è spesso stato rinchiuso negli angusti corridoi dei campus universitari, ripiegato sulla storia del pensiero, frammentato in campi disciplinari che ne hanno diluito l’ambizione alla comprensione della totalità e la portata politica, della filosofia della prassi che contiene e che propone.

All’interno di questo apprezzamento generale, mi permetto di aggiungere tre considerazioni critiche, con intento costruttivo, sempre nell’ottica di un progetto di riscatto del marxismo necessariamente vasto, collettivo e prolungato in cui questo volume si inserisce, con merito, a pieno titolo.

La prima riguarda la sequenza attraverso la quale sono presentati, e quindi ordinati, i concetti. I primi due contrappongono opportunamente capitalismo e comunismo, ma sorprende che il terzo riguardi la questione della democrazia — pur ben problematizzata de Ellen Meiksins Wood — precedendo le nozioni di proletariato, lotta di classe, organizzazione politica (ovvero partito), rivoluzione e lavoro (quest’ultima poteva senz’altro essere collocata prima). In questo blocco, che poteva anche essere separato giacché costituisce il nucleo del pensiero marxiano, doveva inserirsi la nozione di Stato, che invece compare molto dopo nel mezzo di una serie die questioni, indubbiamente importanti ma di second’ordine, su temporalità del capitale, ecologia, uguaglianza di genere, nazionalismo (che poteva comparire dopo quella di Stato), migrazioni, colonialismo, globalizzazione (che forse andava posto prima degli ultimi due), guerre e relazioni internazionali, religione, educazione, arte, tecnologia e scienza (che poteva seguire quella di temporalità del capitale). En passant, va segnalato che traspare in questa ampia selezione di tematiche l’intenzione di mostrare un Marx meno conosciuto, le cui intuizioni, dubbi e aperture analitiche, messe in evidenza da nuovi studi alla luce delle problematiche emergenti del nostro tempo, ne esaltano l’attualità e lo collocano al di fuori delle tradizioni marxiste più ortodosse, dogmatiche e meccanicistiche del XX secolo.

In secondo luogo, pur riconoscendo che la selezione delle categorie essenziali del pensiero di Marx è compito arduo, tre assenze importanti saltano agli occhi e meritano di essere segnalate. Innanzitutto, quella del concetto di ideologia che, oltre ad essere uno dei concetti marxisti più densi e diffusi, è tuttora uno strumento teorico fondamentale di straordinaria efficacia analitica, racchiusa nella ampiamente dibattuta tensione tra la nozione di ideologia come distorsione volta a garantire il potere delle classi dominanti e quella di ideologia come concezione del mondo, costitutiva dell’autonomia delle classi che cercano di fuoriuscire dalla subalternità. Un’altra assenza problematica è quella del concetto di borghesia, ovvero la caratterizzazione e comprensione delle classi dominanti. Così come quella della nozione di crisi, le cui accezioni connettono la dimensione strutturale delle contraddizioni del capitalismo con la sfera politica e culturale, offrendo una complessa e articolata chiave di lettura la cui attualità è ovvia in quanto attorno a questo concetto continuiamo ad arrovellarci.

In fine, la maggior lacuna è riscontrabile forse alla fine del libro, laddove il saggio di Immanuel Wallerstein titolato ambiziosamente Marxismi non entra in sintonia con il resto dei capitoli, poiché traccia in forma estremamente sintetica diversi momenti e luoghi del marxismo attraverso un approccio macrostorico che naufraga in una panoramica semplificata dell’influenza politica dei marxismi dominanti senza soppesarne realmente la trascendenza teorica, tralasciando i marxismi critici ed eterodossi — di cui almeno si poteva abbozzare l’inventario — e conclude con alcune annotazioni superficiali sulla rivitalizzazione in corso. Viene a mancare quindi, come coronamento di un libro di grande valore, una riflessione finale sulla densità e la portata analitica dei marxismi del XX secolo, che serva da premessa per pensare il Marx revival a partire dalla connessione tra storicità e attualità, calibrando la portata teorica dei concetti, valorizzando le mediazioni che i diversi marxismi hanno escogitato per far transitare nel tempo il pensiero di Marx, aggiornandolo e rendendolo operativo e operante.

Published in:

Critica Marxista

Date Published

1 September, 2020

Author:

Massimo Mammonesi