E’ in corso da qualche anno, in Europa e nel resto del mondo, un risveglio d’interesse per lo studio di Marx. La persistente capacità esplicativa e critica del mondo d’oggi e delle sue contraddizioni ripropone con forza il suo pensiero, tanto apparentemente fuori moda quanto invece in sé rilevante. Anche in Italia finalmente, dopo molti anni di silenzio, si è ricominciato a discutere con attenzione la sua opera. L’occasione è venuta dalla conferenza internazionale “Sulle tracce di un fantasma. L’opera di Karl Marx tra filologia e filosofia”, promossa da un ampio arco di università (le tre napoletane Federico II, Suor Orsola Benincasa, L’Orientale e l’Università degli Studi di Bari) e patrocinata da diverse istituzioni culturali tra le quali l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Per prendere parte ad essa, sono giunti a Napoli dal 1 al 3 aprile, provenienti da dieci paesi diversi, dal Giappone al Messico, dalla Cina a mezz’Europa, trenta tra i massimi studiosi marxiani di tutto il mondo. Il confronto è stato di grande interesse e pieno di fecondi sviluppi per il futuro.
L’incontro internazionale ha articolato i propri lavori in cinque sessioni che hanno dato conto delle nuove acquisizioni delle ricerche filologiche; della ripresa degli studi filosofici, in riferimento alle opere giovanili cosí come a Il Capitale; del confronto tra alcune delle piú prestigiose riviste e pubblicazioni internazionali che si interessano di questi temi ed infine della loro attualità.
Primo obiettivo degli organizzatori è stato la presentazione, per la prima volta al pubblico italiano, dei risultati della riorganizzazione e della continuazione della nuova edizione, in lingua originale, delle opere di Marx ed Engels. Per quanto possa stupire, Marx resta tutt’oggi un autore mal conosciuto. Infatti, nonostante l’affermazione delle sue teorie, divenute l’ideologia dominante del XX secolo e dottrina di Stato per una gran parte del genere umano, ed a dispetto dell’enorme massa di pubblicazioni dei suoi scritti, egli rimane un autore privo di un’edizione integrale e scientifica delle proprie opere. Tale assenza è tanto più grave se si considera che una parte notevole dei suoi manoscritti, dell’immensa mole di estratti e annotazioni dai libri che era solito fare durante i suoi studi e dell’imponente corrispondenza (14mila lettere ritrovate) che, nel corso di tutta la vita, tenne con Engels, e insieme con lui con terzi, resta ancora inedita.
L’edizione storico-critica delle opere complete di Marx ed Engels, la Marx Engels Gesamtausgabe (MEGA²), le cui pubblicazioni sono iniziate nel 1975, è stata interrotta in seguito agli avvenimenti del 1989. Nel 1990, per iniziativa dell’Internationaal Instituut voor Sociale Geschiedenis (IISG) di Amsterdam, è nata la Internationale Marx Engels Stiftung (IMES), il cui scopo è quello di completare l’impresa (dei 122 volumi previsti ne sono stati fin’ora editi 56). Dell’IMES fanno parte, accanto all’IISG, la Berlin-Brandenburgische Akademie der Wissenschaften (BBAW), l’Historische Forschungszentrum der Friedrich-Ebert-Stiftung ed il Rossiiskii gosudarstvennyi arkhiv sotsial’no-politicheskoi istorii (RGASPI) di Mosca. In questo momento partecipano ai suoi lavori studiosi che operano in Germania, Russia, Francia, Olanda, Giappone, USA, Danimarca e Italia.
La prima parte dei lavori della conferenza, dunque, è stata riservata ai protagonisti di questa impresa. Manfred Neuhaus, segretario dell’IMES e direttore del progetto MEGA², ha espresso, in apertura dei lavori, la sua soddisfazione per il fatto che, per la prima volta in un convegno internazionale, sia stata dedicata un’intera sessione dei lavori alla MEGA². Inoltre, nel suo intervento ed in quello di Gerald Hubmann, anch’egli membro della BBAW, sono state evidenziate le linee editoriali del progetto. In particolare il principio della genesi del testo, lo sforzo di ricostruirne la crescita attraverso gli abbozzi e le successive rielaborazioni fino alla versione finale, l’ordine cronologico degli scritti, la presentazione di parti inedite: è il caso della quarta sezione, dove trovano posto gli estratti dei due pensatori dai libri da loro letti. Queste importanti acquisizioni filologiche conferiscono all’opera marxiana nuovi aspetti ed aprono il campo a inedite possibilità di ricerca ed interpretazioni critiche. L’intervento di Izumi Omura, direttore dell’unità di lavoro giapponese alla MEGA² presso l’università di Sendai, ha fornito un esempio dell’internazionalizzazione del progetto così come delle sue più recenti conquiste informatiche. Malcolm Sylvers ha parlato della terza sezione della MEGA², quella dedicata al carteggio, evidenziandone dimensioni, differenze con le precedenti edizioni e utilità per la comprensione del pensiero e dell’impegno politico di Marx ed Engels. Infine, Gian Mario Bravo ha incentrato il proprio contributo sulla ricostruzione storica della diffusione del marxismo in Italia nella seconda metà dell’800.
La seconda sessione, “Critica della filosofia e critica della politica nel giovane Marx”, è stata invece dedicata al confronto tra alcune delle recenti interpretazioni delle opere giovanili. Giuseppe Cacciatore, Gianfranco Borrelli e Eustache Kouvelakis si sono soffermati sugli scritti più politici. Il primo sul Marx democratico, gli altri due sulla rassegna e sull’argomentazione della centralità dei lavori che vanno dal 1843 al 1852. Peter Thomas e Mario Cingoli sul complesso rapporto tra idealismo e materialismo nel primo Marx, il primo prendendo in esame la dissertazione di laurea Differenza tra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro, il secondo sottolineando i mutamenti di Marx nel rapporto col materialismo, attraverso il confronto tra gli scritti letterari giovanili, la Critica della filosofia hegeliana del diritto, ed i Manoscritti economico-filosofici del 1844. Musto, è intervenuto infine, sull’importanza del soggiorno parigino del 1844, evidenziandone l’influsso decisivo esercitato sull’evoluzione intellettuale del giovane Marx.
La terza sessione “Il capitale: la critica incompiuta” è stata la più significativa di tutto il convegno. Vi hanno preso parte molti tra i maggiori studiosi internazionali de Il Capitale che, mettendo a confronto interpretazioni differenti, ne hanno evidenziato la complessità sia filologica che economico-filosofica e ne hanno discusso i nodi irrisolti. Il rapporto tra Hegel e Marx, con particolare riferimento a come quest’ultimo avrebbe tratto dal primo indicazioni sul come muovere alla comprensione della realtà moderna e su come ordinare l’esposizione della sua opera matura, è stato soprattutto presente nelle relazioni di Roberto Finelli, Chris Arthur e Riccardo Bellofiore.
Il primo ha sottolineato come la logica de Il capitale sia ricavata sulla base del «circolo del presupposto-posto» di matrice hegeliana e come l’astrazione del valore-lavoro, con la sussunzione reale della forza lavoro al capitale, diventi un’astrazione praticamente vera. Il secondo ha esposto la significativa omologia tra il movimento dello scambio, che genera un’astrazione pratica dalla naturale specificità delle merci, ed il movimento del pensiero, che genera un sistema di categorie logiche, concludendo sulla possibilità di delucidare le forme del valore con le categorie della logica hegeliana. Il terzo, nella sua relazione Marx dopo Hegel. Il capitale come totalità e la centralità della produzione, attraverso una vasta esposizione critica della letteratura più recente al riguardo. Negli altri interventi, l’interpretazione di Enrique Dussel ha insistito sul processo del capitale come una circolarità che ha il suo limite nel lavoro vivo, nella soggettività del lavoratore non ancora sussunto, non mancando di collegare questa categoria alla situazione attuale dell’America Latina ed alle sue masse di senza lavoro, segnate dalla povertà assoluta ed esterne al sistema del capitale.
Geert Reuten, invece, ha parlato del lavoro astratto quale sostanza interiore del valore delle merci e della proprietà che ha la misura del denaro di transustanziare queste ultime in quantità omogenee. Wolfgang Fritz Haug sulle trasformazioni che Marx ha apportato al primo libro del Capitale dalla prima edizione del 1867 sino alla traduzione francese del 1872-1875. Infine Jacques Bidet ha presentato il suo progetto di ricostruzione metastrutturale di tutta la concettualità del Capitale: valore, feticismo, Stato, classe, riproduzione; orientata nel tentativo di risoluzione delle sue aporie classicamente riconosciute: valore e prezzo, scambio ineguale e sfruttamento, produzione e circolazione, classi e partiti.
La quarta sessione si è sviluppata in due momenti. Una prima parte ha visto la presentazione di due importanti progetti editoriali tedeschi: «Das historisch-kritische Wörterbuch des Marxismus», il progetto di dizionario storico-critico del marxismo che è giunto al sesto dei quindici volumi previsti e quando completato costituirà una vera e propria enciclopedia del sapere critico, ed il primo volume del «Marx Engels Jahrbuch», la nuova pubblicazione a cura dell’IMES con un numero interamente dedicato alle nuove ricerche filologiche su L’ideologia tedesca. La seconda parte, invece, organizzata in tavola rotonda, è stata dedicata alla discussione ed al confronto delle esperienze di alcune delle maggiori riviste internazionali («Actuel Marx», «Historical Materialism» e «International Socialism Journal») ed italiane («Critica marxista», «Alternative» e la «Rivista del manifesto») che, in questi anni, non hanno rimosso dai loro ambiti di interesse la riflessione su Marx e che più hanno ragionato sull’utilizzazione e sull’elaborazione possibile del suo apparato concettuale nei vari ambiti del mondo contemporaneo.
La quinta ed ultima sessione, “Un oggi per Marx”, è cominciata considerando le presenti circostanze mondiali che permettono di intraprendere una nuovo studio su Marx senza l’ostacolo delle influenze politiche, cosí determinanti e fuorvianti per il passato, restituendolo, insieme con le sue opere, alla pienezza della discussione critica ed all’indagine ed al dibattito di militanti e ricercatori. Il dibattito, oltre che dar conto di prospettive marxiste a partire da varie collocazioni nazionali – Xiaoping Wei ha parlato della Marx research situation in today’s China, Alex Callinicos ha invece delineato quelli che sono stati i Contours of Anglo-Saxon Marxism degli ultimi anni – ha toccato temi politici, filosofici ed economici. Domenico Losurdo si è soffermato sui diversi generi letterari nel discorso di Marx proponendo una lettura delle differenti implicazioni politiche a cui essi rimandano. Oltre la filologia e l’interpretazione dei testi, André Tosel e Domenico Jervolino hanno rilanciato l’idea di un comunismo della finitudine, riservando particolari spunti d’interesse alla critica del concetto di autoproduzione dell’uomo. Michael Kraetke, nell’ultimo intervento, ha infine evidenziato l’attuale indispensabilità, anche nel campo dell’odierna critica dell’economia politica di Marx e delle sue intuizioni, da riscoprire contro gli spettri dell’economia capitalistica mondiale.
A partire dalle conquiste editoriali della Marx Engels Gesamtausgabe (MEGA²), si è dunque tentato di riprendere un confronto serio e rigoroso su Marx. La sua opera si è mostrata attraverso una delle sue caratteristiche principali: l’incompiutezza. Aspetto che, lungi dallo sminuirne il valore, restituisce un lascito multiverso e polimorfo che offre un grande cantiere aperto di teoria critica. Attraverso la disamina delle più recenti interpretazioni dei suoi scritti in Italia e nel mondo è emersa nuovamente l’importanza della Marx Forschung, necessaria ad ogni pensiero critico ed ancora irrinunciabile per la comprensione del presente.
Marcello
Musto